Quando Google ha lanciato il suo aggiornamento Panda un paio di anni fa e successivamente Penguin, avrebbe dovuto segnare la morte delle aziende che acquistavano contenuti e link inerenti il suo mercato. I siti scarsamente ottimizzati sarebbero affondati e noi comuni mortai che ci sforziamo di sfornare sempre buoni contenuti e metodi di ottimizzazione onesti avremmo finalmente visto la giusta ricompensa del nostro duro lavoro.

Inizio Novembre 2012: alcune di questo premesse sono divenute realtà, altre invece no. Alcuni siti di Article Marketing hanno perso consistente terreno (sopratutto in America dove Ezines ha avuto un duro colpo) mentre altri continuano ad essere ben posizionati su centinaia di parole chiave differenti, anche i contenuti non sono sempre stellari anzi, spesso addirittura “promozionali”. In Italia poi, parole chiave come “vendita computer portatili” o “vendita auto” producono ancora un insieme di siti ben posizionati ma male ottimizzati teoricamente. Perchè accade questo? Sono dei siti troppo potenti in termini di autorità o c’è una logica dietro questo paradosso?

Secondo alcuni studiosi di SEO e Web Marketing in America (dove questo fenomeno è ancora più marcato), il motivo principale risiede nel fatto che Google tende a chiudere un occhio verso quei siti che investono in modo massiccio nella pubblicità e nei servizi di casa BigG.

Forse può suonare un pò come una teoria complottistica, ma i fatti dicono che Google è un’azienda e tutte le aziende sono tenute prima di tutto a guardare i propri interessi. Tali interessi avranno sempre la priorità su tutto e di solito, quelli che credono sempre a ciò che gli viene detto, prima o poi hanno qualche delusione nella vita. Ovviamente si può partire avendo le migliori intenzioni, ma quando gli interessi economici di un business bussano alla porta, è difficile resistere.

Tutto ciò mi fa venire alla mente lo “sciopero” che tanto fece scalpore lo scorso anno, all’inizio della stagione calcistica. I giocatori possono avere delle buone intenzioni, ma quando si trovano davanti ai propri interessi economici, sono stati disposti a mettere da parte “gioco e spettacolo” in nome del dio denaro. Il sindacato dei giocatori è dovuto scendere in campo per aggirare il problema al tavolo dei negoziati, per poter ricominciare.

Molti di noi qui amano Google, altri è già da un po’ che lo guardano con occhio molto critico, per come fa business. Una cosa è certa, però. Fino a quando Google sarà troppo grande ed importante tanto da imporre le regole del gioco, tutti noi dovremmo giocare secondo le sue regole. Ci troveremo anche noi a fare un compromesso? Bhè … pazienza. Dopo tutto, anche noi siamo in business e dobbiamo tener conto dei NOSTRI di interessi, no? 😉


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    2 replies to "Panda e Penguin sono nati per Nascondere alcuni Favoritismi di Google?"

    • Daniele Besana

      Ciao Daniele,
      Anche secondo me c’é sotto qualcosa, credo stiano aiutando le grosse aziende a discapito dei piccoli.

      Hai mai fatto a vedere se il posizionamento organico in Google cambia quando si paga una campagna adwords?
      Pare che G aiuti, come dici tu, peró non ho mai fatto esperimenti a riguardo.

      Grazie

    • daniele

      Io non credo affatto che ti diano una mano con una spintarella all’insù dopo che paghi per una pubblicità payperclick, anche perchè per loro sarebbe controproducente, è comunque un mondo vermante incasinato quello del Seo beato chi ci capisce io sono 4 mesi che ci lavoro per posizionare un mio blog ma risultati di posizionamento 0 sono pay per click con bing ads. 🙂

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